Weekly Playlist N.26 (2019)

 

Per la playlist di oggi ci siamo voluti giocare la carta dell’imprevedibilità, dal momento che tre pezzi su dieci sono interamente acustici e un altro quarto è una sorpresa totale che qualcuno tra voi potrebbe sul serio apprezzare: la pergamena rosso sangue non mente, si tratta di una premiere escusiva per l’Italia piacevolmente offertaci per farvi ascoltare un primo brano in anteprima da parte di una band a dir poco attesa da chi scrive su queste pagine.
Bando quindi alle presentazioni e diamo il via alle danze (tribali) di oggi sulle note di “Div Dujinas Gaisa Skreja”, ballata tradizionale lettone che abbiamo scelto come introduzione, qui reinterpretata dagli Obscurus Orbis in occasione del loro full-length del 2015 Secundum Artem” in cui troviamo non coincidentemente il vocione di un’altra band lettone ben più nota su queste pagine. Se dopo quasi cinque minuti la vostra allergia a zufolate di ogni sorta comincia a farsi sentire, ma siete comunque stuzzicati dalle sensazioni folkloristiche che un simile canto produce, abbiamo una buona notizia: assolutamente collegato, vi godrete senz’altro lo stesso motivo -riadattato in chiave decisamente diversa- a cui segue senza troppe cerimonie l’irruento riff che apre “Latviešu Strēlnieki”; i più informati tra voi non si stupiranno certamente di sentire materiale degli Skyforger in playlist, dal momento che la milizia di Riga ha annunciato la sua presenza il 30 ottobre al Revolver Club di San Donà di Piave, e probabilmente sono già intenti a riascoltarsi l’omonimo album del 2000 che lo staff ha per l’occasione recuperato dalla mensola.
Dalle liete novelle concertistiche passiamo a quelle discografiche smorzando di nuovo la distorsione delle chitarre e segnalandovi l’uscita, ormai una settimana fa, di Athanor Eurasia” dei russi Moon Far Away che ci incantano ed emozionano con la soave “The Blank Flag Of Europe”.
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E se in tema di nuova musica da ascoltare vi confermassimo che abbiamo qui per voi, oggi, in anteprima italiana, il pezzo che aprirà il nuovo album dei Tenebrae In Perpetuum a dieci anni di distanza dall’ultima nota pubblicata dalla band? Facciamolo: “Dissonanze Mentali”, se conoscete l’intransigente operato precedente del gruppo, vi lascerà molto probabilmente a bocca aperta – e non per la delusione. In caso siate soliti seguirci è inutile dirvi che il quarto full-length della band nostrana (oggi un duo) è in arrivo il 30 agosto al solito per la gloriosa Debemur Morti Productions; ma è probabilmente utile dirvi che si intitolerà “Anorexia Obscura” (di cui potete osservare l’artwork) e che conterrà un totale di sette corposi brani (i titoli ve li diciamo con calma domenica, approfondendo qualche altro interessante dettaglio) e una quantità cospicua di sorprese che fanno il restyling ai nostri in maturità e atmosfera pur senza tradire minimamente la loro estetica musicale. Del resto, dieci anni sono pur sempre dieci anni…
Ma se c’è un disco che gli amanti della musica da lacrime attendono con i fazzoletti già in mano, e per cui non avranno bisogno di aspettare due lustri, quello è senza ombra di dubbio il sempre più prossimo (25 ottobre) Spiritual Instinct” dei rientranti Alcest; riuscirà il prode Neige a tirare fuori un altro gran bel lavoro, o la malvagia e subdola Nuclear Blast Records corromperà infine anche il fanciullino pascoliano che si agita dentro il compositore francese? L’eterna battaglia tra arte e business continua su tutti i social network, mentre i pochi ad aver compreso l’attitudine della band in questione pazientano silenziosi riassaporando per l’ennesima volta Les Voyages De L’Ame” e la sua “Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles”, tipo noi oggi. Non si disperi nemmeno chi nell’attesa auspica qualche altra novità di una certa rilevanza, poiché dopo una serie di avvicendamenti in formazione anche i norvegesi Borknagar si uniranno alla festa con una nuova raccolta di inediti in formato full-length: True North”, questo il titolo a dir poco illuminante dell’opera, sarà ascoltabile a partire dal 27 settembre, ma non essendoci nemmeno stavolta anticipazioni o singoli noialtri ci siamo permessi di regalarvi un breve lampo di 1997 grazie a quella “A Tale of Pagan Tongue” che faceva bella mostra di sé in The Olden Domain”. A chiudere definitivamente i sostanziosi aggiornamenti similari di questa settimana troviamo infine gli inglesi Wolcensmen, anche loro pronti a far risuonare i loro strumenti acustici con il venturo Fire In The White Stone” in arrivo il 20 settembre; simpatico come tutti questi gruppi credano di intralciare la missione di Pagan Storm Webzine evitando di rilasciare assaggi da inserire in queste ambitissime selezioni del giovedì, perché anche stavolta la redazione non si fa problemi a ripescare dagli archivi il debut del 2006, Songs From The Fyrgen”, ed ancor più nello specifico “Sunne” in chiusura.
Ed è sempre il solerte staff ad innalzare ulteriormente il valore divulgativo di questa raccolta settimanale aggiungendovi un paio di act meno reclamizzati del solito direttamente dai suoi ascolti personali, come ad esempio gli incomprensibilmente non-noti finlandesi Arthemesia di cui vi starete probabilmente godendo (se avete fatto partire la playlist all’inizio della lettura) il disco del 2009, a.O.a.”, grazie alla sua mordente title-track. Se invece siete dell’umore giusto per un trip nello spazio profondo e sinfonico senza però scomodare titoli di Limbonic Art e Odium, o la Norvegia per quel che conta, una più che valida e meno conosciuta alternativa potrebbero essere i tedeschi Obsidian Gate autori ormai venti anni fa di The Nightspectral Voyage”: rosicchiate una decina di minuti alla vostra routine quotidiana e date quindi una chance a “Act II: When Death Unchains The Spectre”, perché potreste non pentirvene.
Ma come vuole la tradizione, il finale di questi articoli introduttivi all’ascolto è quasi sempre occasione per augurare buon compleanno non richiesto a qualche grande album di ieri: e chi di voi non vorrebbe essere invitato ad uno sctenato party a base di torte al prozac in compagnia dell’anima della festa Niklas Kvarforth? Del resto esattamente dieci anni fa gli Shining (svedesi!) infliggevano al mondo intero il loro sesto colpo intitolato Klagopsalmer”; quindi buon divertimento e godetevi, se ce la fate, la schizofrenia di “Fullständigt Jävla Död Inuti” come terzo pezzo in raccolta.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

 

 

1. Obscurus Orbis“Div Dujinas Gaisa Skreja” (from Secundum Artem”, Autoprodotto 2015)

2. Skyforger“Latviešu Strēlnieki” (from Latviešu Strēlnieki”, Mascot Records 2000)

3. Shining“Fullständigt Jävla Död Inuti” (from VI – Klagopsalmer”, Osmose Productions 2009)

4. Arthemesia“a.O.a.” (from a.O.a.”, Spikefarm Records 2009)

5. Tenebrae In Perpetuum“Dissonanze Mentali” (from Anorexia Obscura”, Debemur Morti Productions 2019)

6. Moon Far Away“The Blank Flag Of Europe” (from Athanor Eurasia”, Prophecy Productions 2019)

7. Obsidian Gate“Act II: When Death Unchains The Spectre” (from The Nightspectral Voyage”, Skaldic Art Productions 1999)

8. Alcest“Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles” (from Les Voyages De L’Ame”, Prophecy Productions 2012)

9. Borknagar“A Tale of Pagan Tongue” (from The Olden Domain, Century Media Records 1997)

10. Wolcensmen“Sunne” (from Songs From The Fyrgen”, Deivlforst Records 2016)

Michele “Ordog” Finelli

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